Riporto parzialmente questo articolo a titolo di promemoria per integrarlo appena possibile con mie ulteriori riflessioni in materia. Chi di noi non ha incontrato nel suo cammino soggetti con questo profilo psicologico e ne ha derivato patimento? Conoscere i meccanismi mentali degli stessi aiuta a identificarli per starne lontani (sono inguaribili) o per recidere i legami che abbiamo creati inconsapevoli delle conseguenze a medio e lungo termine…

Logicamente tutti i diritti sono dell’ottima autrice che leggo con interesse da qualche tempo sul sito PSICOADVISOR.COM


“Te lo sarai immaginato” Comportamenti tipici del manipolatore maligno

Ma non ti ricordi? “Ma se me l’hai detto proprio tu!”, “Questo non me lo hai mai detto! Te lo sarai immaginato!”… ecco alcune frasi preferite del  gaslighter, ovvero del manipolatore psicologico maligno.  Attraverso critiche quotidiane, battute cattive, offese indirette, malumori e costanti insoddisfazioni il gaslighter  crea un rapporto tossico, nel quale difendersi è difficile. Comportamenti, questi, che fanno sentire la vittima perennemente in debito, in colpa e dipendente dal proprio carnefice.

Il Gaslighting, etimologia

Il gaslighting deriva da Gaslight  “luce a gas”, un film in cui il protagonista riesce a far credere alla moglie che soffre di allucinazioni e che dovrebbe andare da uno psicologo. Tutto questo al fine di impossessarsi della sua fortuna. Nel film, il marito cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas. La moglie nota questi cambiamenti, ma il marito insiste nell’affermare che sia lei a ricordare male o inventarsi le cose. Questo porta la moglie a dubitare sempre di più delle sue sensazioni e diventare sempre più emotivamente instabile.

Il termine gaslighting è stato anche usato nella letteratura clinica per descrivere un’inversione dei ruoli di vittima e carnefice che si basa su sottili manipolazioni verbali o gestuali (espressioni facciali, intonazioni, atteggiamento, ecc.) in cui l’abusante mette in dubbio ogni scelta, sentimento, emozione, valore, ecc. della vittima.

In quale ambito opera il gasligh?

Il gaslighter lo troviamo in qualsiasi contesto relazionale; può essere un genitore, un parente, un amico…Il gaslighting è una forma di abuso mentale molto più comune di quanto si possa pensare, specialmente nei rapporti di coppia o tra genitori e figli. In sostanza, succede ogni volta che qualcuno ci mente deliberatamente per alterare la nostra percezione dei fatti e trarne vantaggio, anche se sa benissimo che abbiamo ragione noi.

Tuttavia, il gaslighting è spesso difficile da rilevare perché raramente comporta l’uso della violenza. Infatti, la persona di solito si comporta molto educatamente, addirittura mette la sua vittima su di un piedistallo perché non metta in discussione le sue intenzioni. Molto spesso, il manipolatore si autoproclama difensore della vittima, quando in realtà sta solo cercando di sottometterla.

Questa forma di violenza psicologica è molto più diffusa di quanto si possa immaginare!

Il problema principale è che viene “somministrata” gradualmente, come un veleno, proprio per fare in modo che la compagna (o il compagno, perché chiaramente ci sono anche casi inversi) si abitui e impari a convivere con questi dubbi e sensazioni. Tale abuso nasce dalla volontà di manipolare pensieri e percezioni, modificando sensibilmente la capacità di valutazione della vittima.

10 comportamenti tipici del potenziale manipolatore maligno

Il gaslighter è una persona dall’acuta cattiveria che impone un amore finto, malsano, imprigionando il partner in una relazione tossica. Un vero e proprio massacro psicologico in cui la vittima si convince di essere inetta e piena di difetti; diventa così facilmente assoggettabile al controllo del gaslighter. Ecco perché è fondamentale imparare a identificare i possibili carnefici. Per fuggire prima che l’assuefazione alla violenza psicologica impedisca di prenderne coscienza.

Menzogne

Normalmente i manipolatori non sono sinceri, ma al proprio partner raccontano continue bugie. Inoltre hanno spesso l’abitudine di accusare la propria vittima di comportamenti o atteggiamenti inesistenti, in modo da metterla in uno stato di costante allerta e di destabilizzarla dal punto di vista psicologico.

Confusione

I manipolatori sanno benissimo che la confusione genera insicurezza. E così, giorno dopo giorno, destabilizzano il partner in modo da creare un legame indissolubile. Una dipendenza affettiva e psicologica dalla quale è difficilissimo disintossicarsi.

Dubbi

Un altro tratto distintivo dei gaslighter è la tendenza a negare sempre, anche di fronte alla più chiara evidenza. In questo modo la propria vittima viene assalita dai dubbi e comincia a dubitare anche della realtà che la circonda.

Alleanze

I manipolatori cercano il supporto delle persone esterne alla relazione. E così raccontano bugie relative al partner, in modo da isolarlo sempre di più. La sua fiducia nei confronti del mondo esterno crolla e così la sottomissione e la dipendenza diventano sempre più forti.

Speranze

Un altro comportamento tipico dei manipolatori è la tendenza a creare false speranze nel partner. Dopo aver assunto comportamenti terribili, spesso comincia a trattare la propria vittima con gentilezza, in modo da indurla a pensare che la situazione possa migliorare. Ma si tratta solo di uno specchio per le allodole. Perché il desiderio di sottomettere e dominare non si placa mai.

Affetti

Nella maggior parte dei casi, il gaslighter cerca di isolare la propria vittima facendo leva sui suoi affetti più cari. Magari criticando il partner davanti ai figli, in modo da sminuirlo e farlo sentire perennemente inadeguato. O parlando male di lui con i parenti più stretti.

Emozioni

I manipolatori considerano la sensibilità e le emozioni della propria vittima come negative, come sintomo di debolezza. Per questo tendono a minimizzarle, al punto da far sentire il partner a disagio. Il risultato è la tendenza a reprimere. Sempre.

Errori

I manipolatori tendono ad accusare la propria vittima di continui errori, spesso inventati. L’obiettivo, anche in questo caso, è destabilizzarla e farla sentire inadeguata. E così, giorno dopo giorno, la paura di sbagliare prende il sopravvento e blocca qualunque iniziativa.

Follia

I manipolatori, quando non riescono a ottenere ciò che vogliono, possono cercare di convincere la propria vittima di avere problemi di salute mentale. Insomma, possono spingersi fino a farla sentire pazza. Con l’obiettivo di legarla sempre di più e di farle perdere la percezione della realtà.

Depressione

Il gaslighter è un narcisista talmente privo di empatia da riuscire, nei casi più gravi, a far cadere la propria vittima in uno stato di ansia o addirittura di depressione. Senza che questa sia più in grado di chiedere aiuto.

Come affrontare il gaslighting?

La soluzione migliore per difendersi dai manipolatori ed evitare di cadere in questo tipo di situazione è quella di imparare a individuarla per tempo. È importante essere in grado di identificare queste persone. In effetti, quando qualcuno ci fa sentire male continuamente, ci fa dubitare di noi stessi e mina la nostra fiducia è una persona tossica.

Il punto è che purtroppo non sempre si ha la lucidità di individuare la manipolazione; siamo portati a convincerci  della ragione e anche della bontà del manipolatore (che si prende cura di noi, ci capisce, ci sostiene). Non a caso viene addirittura idealizzato da noi stessi! Ecco che si crea così il paradosso, in cui tendiamo a idealizzare il nostro carnefice.

Proprio per quanto detto finora, è difficile rendersi conto della situazione perversa che si vive; difficilmente si chiede aiuto, cosa ancor più vera se si pensa che diventiamo così dipendenti da isolarci anche a livello sociale per la paura di essere inadeguati o giudicati pazzi.


L’amore dovrebbe sempre arricchire la vita, farci sognare; le violenze psichiche non appartengono alla dimensione magica ed alchemica di questo nobile sentimento.

 

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista

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