Annoterò qui lo sviluppo degli esperimenti fatti in cantina per coltivare funghi.
Iniziamo nel settembre/ottobre del 2016 nella cantina di Hoikos con una confezione di miceti di Agaricus bisporus (champignon bianco) acquistata a Viridea.
Raccogliamo due primi raccolti importanti e poi un terzo raccolto a dicembre di soli 4 funghi piccoli. Probabilmente freddo o errata umidità hanno fermato la produzione.
Ieri ho provato a ripacciamare il contenitore con corteccia della legna che usiamo per ardere e ho inserito due pezzi di spugna da vaso intrisa d’acqua. Vedremo.
Nel gennaio 2017 ho anche iniziato nuova avventura con Pleurotus ostreatus (Gelone o Orecchione o Fungo Ostrica). Ho iniziato a preparare la pacciamatura.

Da fine settembre-inizio ottobre 2022 inizio gli esperimenti nel garage dell’Eremo ElGram: qui la temperatura notturna è mantenuta più alta rispetto ad Hoikos anche dal calore del motore dell’auto nella rimessa dopo il ritorno dal lavoro in ufficio. Proviamo con grande successo la coltivazione del pioppino!


Agaricus bisporus – Prataiolo, fungo bianco o fungo di Paris

I funghi champignon, Agaricus Bisporus chiamati anche prataioli o champignon di Parigi o fungo bianco, sono tra i funghi più utilizzati nella cucina quotidiana sia per il costo non elevato sia perchè sono reperibili tutto l’anno. Il fungo champignon è quello maggiormente coltivato perchè buono, nutriente, leggero e facile da preparare. Essendo un vegetale privo di clorofilla, non ha bisogno di luce per crescere, ma deve trovare nel substrato di coltivazione le sostanze adatte. Cappello: largo fino a 12 cm, a volte anche oltre, prima ovoideo, poi emisferico, infine convesso; molto carnoso e di color bianco, spesso presenta squame brunastre; margine frequentemente fioccoso. Lamelle: color rosa candido, diventano color cioccolato in breve tempo ed infine marrone scuro; libere e piuttosto fitte. Gambo: sodo, pieno, corto, tozzo e cilindrico, ingrossato alla base; di colore bianco. Anello: fioccoso, bianco, membranaceo, facilmente asportabile. Carne: di color bianco, leggermente virante al rosso se esposta all’aria. Odore: gradevole, come di muschio o di erba stropicciata. Sapore: tendente al dolce, risulta più forte negli esemplari più maturi. Vedi la Struttura del fungo in generale. Esistono ovviamente anche i prataioli spontanei. Volendo coglierli bisogna fare attenzione a non confonderli con specie mortali del genere Amanita di colore bianco. La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Generali↑ Vai all’indice Utilizzo principale Sono funghi che si cucinano facilmente. Possono essere consumati crudi e cotti ed è possibile inventare ricette fantasiose. Sono ideali da inserire nelle insalate, aggiungendo magari mele, noci o pinoli, spinaci freschi, pancetta o speck appena passato in padella. Sono ottimi trifolati, per accompagnare la polenta, oppure come condimento per risotti e pasta, o in carpaccio con parmigiano a scaglie, olio e sale. Si prestano inoltre per ripieni di tortini e quiches. Coltivazione e raccolta La coltivazione forzata dei funghi è molto antica e veniva effettuata in grotta. La coltivazione su larga scala, ebbe però inizio nel 1650 nei dintorni di Parigi, quando si scoprì che bastava un buon concime equino mescolato al residuo di coltivazioni di vari ortaggi, per avere dei buoni funghi prataioli. Da qui ebbero inizio diverse sperimentazioni. In Italia la funghicultura nasce nel 1913, all’interno di grotte artificiali nei pressi di Vicenza. Oggi sono coltivati in celle in cui c’è un attento controllo della temperatura e dell’umidità. Il substrato è lo stallatico che viene opportunamente trattato e poi seminato con il micelio. Una volta che la semina ha attecchito si copre il micelio con la torba e dopo 10-15 giorni cominciano ad affiorare i primi corpi fruttiferi. Ultimamente, quando vengono coltivati in serra, si usa materiale sintetico più sicuro e asettico. I funghi prataioli vengono raccolti dai letti di coltivazione a mano, perché sono delicati e si rompono facilmente. Dopo la raccolta, i funghi vengono messi in cassette di legno, o in confezioni di cellophane, oppure inviati alle aziende che si occupano di pulirli, tagliarli e poi metterli sul mercato, freschi, surgelati o cucinati. Stagionalità Grazie alla coltivazione gli champignon sono reperibili tutto l’anno. Reperibilità Facilmente reperibile in qualsiasi mercato. Varietà In Italia si trovano due varietà: il cremino, chiamato anche Portobello, più colorato e saporito, (vedi foto a sinistra) e il bianchetto. Gli champignon cremini sono squisiti ripieni (vedi ricetta). Forme in commercio In commercio li si trova freschi di varie dimensioni: medie, piccole e grandi oppure secchi, particolarmente adatti per minestre, minestroni, sughi e stufati o sott’olio. Vedi anche Come si fa ad essicare i funghi e Come si fanno i funghi sott’olio o sott’aceto. Culinarie↑ Vai all’indice Come scegliere I funghi champignon di alta qualità sono duri e sodi al tatto, e hanno un bel colore bianco pieno. La calotta superiore deve risultare fissata saldamente sul gambo. Una volta che è stato tagliato, il colore del fungo tende a virare sul rosa e inizia ad emanare un particolare odore, molto caratteristico. Meglio evitare di acquistare champignon che abbiano macchie o infossamenti sul cappello, segno di attacchi batterici. Segno di freschezza lo danno anche le lamelle, che non dovrebbero vedersi, e comunque devono essere rosee. Come pulire Per prima cosa eliminare i frammenti di terra che si insinuano tra le lamelle e la cuticola. Poichè l’acqua fa perdere sapore ai funghi, per pulirli sarebbe meglio usare uno straccio umido e poi asciugare con un panno asciutto. La pulizia deve essere fatta quando il fungo è intero. In genere si usano le parti carnose del fungo, e le altre si scartano. La parte finale del gambo si elimina. Come conservare In genere si acquistano dentro contenitori di plastica e in queste condizioni possono essere conservati in frigorifero per un paio di giorni. Se invece sono sfusi si deve cercare di tenerli asciutti per evitare un deterioramento rapido e quindi è bene metterli distanziati in un recipiente e poi infilare il tutto in un sacchetto di carta. Una volta cucinati i funghi possono venir conservati in frigo per un massimo di 5/6 giorni all’interno di recipienti non metallici. Come cucinare I funghi coltivati cuociono in soli tre minuti; è importante mantenerli un po’ al dente per conservarne le proprietà nutritive e il gusto. Avendo, i prataioli un gusto delicato è preferibile non esagerare nell’uso di aglio, cipolla e aromi. Se cambia colore è normale. Una volta cucinato lo champignon cambia colore, tende a diventare più scuro, quasi nero in certi punti. Si consiglia di cuocerli il prima possibile dopo l’acquisto perchè, come tutti i funghi, sono abbastanza delicati anche se un po’ meno rispetto agli altri. Champignon trifolati Procedimento: tagliarli a fettine, cuocere in tegame con fondo di olio ed aglio, quindi rosolre a fiamma più alta possibile ed a tegame scoperto, in modo da evitare che vengano bolliti-stufati nella loro stessa acqua. Aggiungere prezzemolo poco prima di spegnere. Abbinamento col vino Vedi Abbinamento funghi vino. Geografiche↑ Vai all’indice Zona di diffusione Allo stato spontaneo crescono nei campi concimati, nei letamai, nei giardini, nei prati ai margini dei boschi. In Italia vengono coltivati nella zona centro-settentrionale in serre particolarmente attrezzate. Nutrizionali↑ Vai all’indice Nei funghi prataioli si trova molta acqua, poche calorie e pochi grassi e i pochi presenti risultano di tipo “polinsaturo” (grassi molto importanti per la nutrizione). Sono un’ottima fonte di vitamina D. Queste proprietà nutritive si rivelano di grande importanza per chi segue una dieta priva di carne; infatti i funghi sono un’ottima base nella alimentazione vegetariana, associati ai latticini, alla frutta, alle erbe aromatiche e alle spezie. Sono inoltre consigliati nelle diete dimagranti perché contengono pochi grassi e sono ricchi invece di speciali enzimi che, inibendo l’assorbimento intestinale dei grassi in eccesso, favoriscono il controllo del peso. Da studi recenti pare che anche i comuni champignon abbiano proprità antitumorali e che stimolino il sistema immunitario, lo sostiene l’Associazione Nazionale dei Medici Fitoterapeuti. Celiachia In purezza non contengono glutine. Valori nutrizionali Nutriente Valore Calorie 25 Kcal Proteine 3,7 gr Carboidrati 0,8 gr Lipidi 0,2 gr Fibra 2,3 gr Sodio 5 mg Potassio 320 mg Vitamina C 3 mg Valori per ogni 100 gr di prodotto. Culturali↑ Vai all’indice Origine del nome In francese la parola champignon significa “fungo”. Il nome deriva dal fatto che la sua coltivazione a livello industriale iniziò in Francia, vicino a Parigi. Da lì si diffuse in moltissimi altri paesi. Eventi relazionati Da alcuni a
nni, tra febbraio e marzo, si svolge il progetto di promozione del fungo champignon. Si tratta di una manifestazione agroalimentare, finanziata dall’Unione Europea, con il contributo di Italia, Francia, Spagna e Belgio, al fine di far conoscere e incrementare la vendita e il consumo di questo prodotto. Curiosità L’Italia è in Europa e nel mondo, uno dei Paesi più all’avanguardia nella produzione di funghi prataioli; produce un bussines da 160 milioni annui. Anche detto “Fungo prataiolo” o “fungo bianco” o “Champignon di Parigi” (nella dizione francese Champignon de Paris). Altre lingue Lingua Voce Inglese champignon mushrooms Francese champignon de Paris.
FONTE


Pleurotus ostreatus – Gelone, Orecchione o Fungo Ostrica

Si trova anche al supermercato ed è dotato di azioni biologiche sorprendenti. In primis, abbatte la colesterolemia e potenzia il sistema immunitario.
Lo chiamano anche “gelone”, “orecchione” o “fungo ostrica”: nella nomenclatura micologica è “Pleurotus ostreatus”. L’avrete visto sicuramente sui banchi ortofrutticoli: è un fungo facile da coltivare.
Pleurotus è presente nei trattati di micoterapia. Vediamo perché:
1 – L’effetto contro il colesterolo alto è l’azione terapeutica più importante di questo fungo: si nota una riduzione del colesterolo ‘cattivo’ LDL e VLDL. I dati sperimentali dicono che una dieta contenente il 5-10% di Pleurotus contrasta l’aterosclerosi anche a livello coronarico contribuendo alla prevenzione dell’infarto. Questa importante azione è dovuta anche alla presenza di elevate quantità di lovastatina, una sostanza in commercio come farmaco contro le ipercolesterolemie. Tra gli alimenti, la lovastatina è presente anche nel riso rosso fermentato. Pleurotus agisce riducendo l’assorbimento e la biosintesi epatica di colesterolo.
2 – Aiuta il sistema immunitario a tenere sotto controllo la crescita tumorale. In particolare, il fungo contiene una proteina (ostreolisina) specializzata nell’uccidere le cellule neoplastiche. Per ora, comunque, mancano le prove cliniche d’efficacia sull’uomo.
3 – E’ dotato di una notevole azione antiossidante. E secondo alcune ricerche aiuta il fegato a proteggersi dalle sostanze tossiche dovute a una dieta scorretta (epatoprotettivo).
4 – Sono emerse interessanti proprietà antinfiammatorie, paragonabili a quelle di farmaci come il diclofenac. Inoltre, inibisce l’aggregazione piastrinica suggerendo un potenziale utilizzo nelle malattie cardiovascolari allo scopo di prevenire la formazione di trombi.
Tossicità? Consumato come alimento Pleorotus non comporta tossicità ed effetti collaterali.
Etimologia
Il nome Pleorotus è composto dalle parole greche “pleuron” (“di fianco”) e “otos” (“orecchio”): dunque, “orecchio al fianco”. Questo perché il fungo cresce su ceppaie e su tronchi vivi di alberi come gelsi e pioppi, formando le caratteristiche orecchiette. Ostreatus deriva invece dal latino “ostrea”, l’ostrica, e in effetti il suo cappello ricorda questo mollusco.
Fungo-medicina per molte popolazioni
Sappiamo che il Pleurotus entra a far parte delle culture medicinali di svariate tradizioni. Veniva usato a scopo terapeutico in Europa, in sud America, in Africa e in Cina dove è chiamato “ping gu”, ovvero “fungo piatto”.
Come integratore
In commercio sono presenti anche integratori di Pleurotus sotto forma di polveri ed estratti che offrono il vantaggio della standardizzazione. Si propongono per la ricchezza dei principi nutrizionali (proteine, ferro, fibre) ma anche come formula anti-aging (antiossidante) e per trattare l’ipercolesterolemia.
FONTE


Fungo Orecchione o Pleurotus ostreatus

Il Pleurotus ostreatus è un fungo commestibile conosciuto anche con i nomi volgari di Orecchione e Gelone. Il suo nome deriva dalla parola latina ostrea che significa ostrica ed in alcune zone d’Italia l’orecchione viene appunto chiamato fungo ostrica.
L’orecchione ha un cappello che si presenta spesso con forme e sfumature di colori diversi, dal grigio chiaro al grigio violaceo, dal grigio azzurro al grigio più scuro. La forma del cappello richiama vagamente quella di una conchiglia e può raggiungere un diametro di 20 cm. circa. Le lamelle sono abbastanza fitte e scendono giù per buona parte del gambo contribuendo a facilitare il riconoscimento di questo singolare fungo, chiamato anche gelone.
Il gambo è molto corto e pieno, di colore bianco sporco con carne molto soda e compatta mentre quella del cappello si può definire quasi gommosa.
Habitat del FungoOrecchione
Il Pleurotus ostreatus cresce in gruppo sui ceppi e sui tronchi di diversi alberi di latifoglie con predilizione di salici, gelsi e pioppi. Il fungo orecchione compare in colonie dall’inizio dell’autunno fino all’inverno, infatti questo fungo non teme le temperature rigide e resiste bene alle gelate dell’inverno. Da qui il nome di gelone. È possibile trovare Pleurotus ostreatus un po’ in tutte le zone d’Italia.
Commestibilità del Fungo Orecchione
Il fungo orecchione è considerato un buon fungo commestibile, si presta benissimo ad essere coltivato e probabilmente è il fungo che viene coltivato con maggior successo, sia in ambito domestico che industriale.
Per questo motivo è possibile trovarlo il commercio in tutti i periodi dell’anno. L’orecchione è un fungo che può essere cucinato in vari modi, ha però bisogno di un tempo di cottura più lungo rispetto agli altri funghi a causa della sua carne molto dura e tenace.
Curiosità sul Fungo Orecchione
Il Pleurotus ostreatus assomiglia al Pleurotus cornucopiae, un fungo che ha lo stesso habitat ma che ha il cappello più chiaro, ugualmente commestibile (ha però un cattivo odore).
Ha una forma che ricorda il fungo dell’olivo, un fungo velenoso che però è difficilmente confondibile in quanto ha una colorazione decisamente diversa (è arancione ).
Il fungo orecchione è un fungo molto comune in Italia e cresce un po’ dappertutto, dalle pianure alle colline fino ad un’altezza di 1.000 metri.
Attenzione:
La classificazione dei funghi e della loro relativa commestibilità vanno affidate a micologi esperti o al personale specializzato degli enti sanitari competenti. Informazioni errate o atteggiamenti superficiali in merito potrebbero arrecare gravi danni da intossicazione o avvelenamenti anche mortali. Non consumare funghi se non si ha l’assoluta certezza della loro commestibilità. Le immagini riportate sul sito www.mr-loto.it sono puramente indicative, si tenga presente che gli stessi funghi da un anno all’altro o da un luogo ad un altro possono presentarsi sotto forme e sfumature di colori leggermente diverse.
FONTE


Agrocybe Aegerita | Fungo Pioppino

Il Fungo Pioppino è ottimo fungo commestibile che si può sia usare per piatti umidi sia da essiccare e sia da conservare sott’olio. La Agrocybe aegerita è noto fin dall’antichità e probabilmente è stato il primo fungo ad essere coltivato.

Altri Nomi dell’Agrocybe aegerita

La Agrocybe aegerita è chiamato comunemente fungo pioppino ma anche fungo piopparello. Alcuni sinonimi sono: Agrocybe cylindraceaPholiota aegiritaAgaricus brigantiiDryophila aegirita. Viene da alcuni anche chiamato fungo chiodino ma non va confuso però con l’Armillaria mella.

Habitat del Pioppino

Il Piopparello è un fungo che può vivere sia da parassita che da fungo saprofita. Di solito si sviluppa, proprio come dice il nome, sui tronchi dei pioppi. Più raramente lo troviamo su fichi, albicocche e Salici. Si trova anche su gelsi, ulivi, querce o ippocastani.

È un fungo veramente molto diffuso in Europa soprattutto nei paesi caldi e soprattutto in pianura. Non lo si trova frequentemente invece in Europa centrale e settentrionale.

Di solito l’Agrocybe aegerita cresce dentro le profonde ferite delle piante ospiti. Crespi sul legno morto, sulle foglie e sui tronchi del latifoglie. . Cresce anche su alberi vivi (in questo caso cresce proprio su tutto il tronco da terra fino a una discreta altezza) o su alberi feriti o danneggiati. Per questo motivo per raccoglierlo spesso bisogna fare uso del coltellino il fungo.

Gli ambienti dove si può raccogliere il Pioppino più frequentemente sono i parchi cittadini e le strade alberate che hanno sui margini i Pioppi.

Coltivazione del fungo Pioppino

Il fungo Pioppino come, anticipato precedentemente, è un fungo che si presta bene alla coltivazione proprio come il fungo pleurotus ostreatus la cui coltivazione è stata approfondita qui: balle funghi pleurotus. Abbiamo parlato nello specifico anche delle balle di funghi pioppini. Il procedimento per la coltivazione del pioppino è spiegato  di seguito:

Una volta individuata una pianta di pioppo la si abbatte. Il fusto viene conservato in una zona ombrosa senza vento e viene tagliato, all’inizio della primavera, in piccole ceppi di 25 cm ciascuno.

Questi ceppi vengono inoculati con spore o micelio. Si ricopre poi la fossa con delle tavole e un foglio di polietilene e una ventina cm di centimetri di terreno. Tra l’ultimo strato del legno e la superficie ci dovranno essere 20-30 cm di vuoto.

Adesso si aspettano tre mesi e si interrano i tronchetti in posizione verticale in modo che affiorino leggermente appena dal terreno. È in questo momento che il micelio fruttifica e compaiono numerosi corpi carpofori tra il terreno e i tronchi.

Ricette col Pioppino

Il fungo Pioppino ha un ottimo profumo intenso e un sapore fungino che risulta sempre gradito è delizioso. La sua carne è soda e il colore è bianco candido e pulito.

Di solito in cucina si scartano i gambi perché come spesso accade anche con altri funghi, sono troppo legnosi e fibrosi. Si puliscono bene le Lamelle sotto l’acqua corrente in modo da eliminare le spore e si taglia il cappello del fungo finemente prima della preparazione.

Funghi Pioppini Trifolati

Uno dei modi più gustosi di preparare il piopparello è quello di farlo trifolare dentro il burro e dell’olio extravergine di oliva, su un fuoco molto vivace.

FONTE

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)