Ho notato con interesse ma anche stupore quanti commenti abbia ricevuto il mio articolo sui genitori narcisisti , messaggi lasciati sul sito oppure inviati personalmente via mail ma tutti dello stesso tenore.
I commenti sono arrivati tutti da figli che lamentavano un vissuto di angherie, di dominazione, di frustrazioni, di delusioni, di sensi di colpa per responsabilità che non hanno mai avuto, sino a quando da adulti si sono resi conto che nemmeno con tutta la buona volontà e disponibilità, litigando, discutendo o semplicemente parlandone, avrebbero mai potuto cambiare le cose.
Perché un genitore narcisista, egoista ed accentratore con cambierà mai, perché vive con la costante illusione di essere nel giusto e di fare il bene degli altri, non rendendosi conto che invece distrugge la vita e la serenità di tutti coloro con cui ha a che fare, non soltanto i figli e familiari, ma anche con le amicizie, che tende a perdere in poco tempo e quelle che rimangono sono solo interessate a ben altro che l’amicizia.
Mi duole sapere che la realtà, in tutta la sua sofferenza, è così diffusa.
Genitori bambini che vengono cresciuti da figli che non possono godere della felicità di una sana infanzia fatta di amore, di attenzione, di coccole, ma soltanto di critiche, contestazioni, di osservazioni negative, di litigi, di frustrazioni e di pianti, con l’unica amarezza di non poter ottenere di meglio.
Così chi ha coraggio prende e se ne va, lontano, per poter sopravvivere e rifarsi una vita, ma molti rimangono.
Ora io mi rivolgo a questi ultimi, sappiate che non è mai troppo tardi per cambiare la vostra vita e pretendere di essere felici, e non è mai troppo tardi per vivere finalmente ricercando se stessi e costruendo progetti futuri pensando da soli al proprio bene, così come vi piace e così come vi va.

Come sono i genitori manipolatori

I genitori manipolatori ed accentratori sembra abbiano ben pochi pregi positivi, anche se l’immagine che mostrano in pubblico è apparentemente perfetta, di fatto però non lo sono e consapevolmente ed inconsapevolmente gettano sui figli tutte le loro frustrazioni e disagi, senza mai risparmiarli.
Essi sono bugiardi, etichettanti, infantili, fagocitanti, ma anche invidiosi, seduttivi e ‘tigri’, sono orchi travestiti da fate turchine e principi azzurri, “madri e padri” che prendono ai figli, invece di dare, e usano la prole per il proprio vantaggio e soddisfazione, quando non per sfogare rabbia, frustrazione e sadismo.
Si tratta di un universo in ombra: le storie che ho ascoltato mi hanno portato a credere che la famiglia sia la setta segreta più diffusa al mondo e che ‘onora il padre e la madre’ è il tabù più grande.
Nessuno ammette volentieri di aver avuto un genitore manipolatore, perché ammettere è riconoscere tutto il dolore patito, le sofferenze e i dispiaceri che non si dimenticheranno mai, ma che per sopravvivere e mantenere un’apparenza serena devono essere sotterrati o nascosti dentro un armadio sempre chiuso.
Negare a se stessi porta solo una salvezza momentanea che è quella di non dover affrontare il discorso con gli estranei, ma non salva dalla realtà vissuta tutti i giorni.
Per quello occorre un vero atto di forza e di coraggio ed affrontare la situazione per quella che è: avere avuto la sfortuna di avere dei pessimi genitori, che non si sono mai comportati da genitori, ma da egoisti, in competizioni con altri genitori, in competizione tra loro, ma tra un gioco e l’altro di società non si sono mai degnati di prendersi cura dei figli, di amarli come avrebbero dovuto e di trattarli come bambini come meritavano.
La consapevolezza, però, è la prima arma, il primo passo per salvarsi, curare le proprie ferite e vivere la propria vita.
Senza una svolta decisa, un cambiamento importante, una scelta drastica, come quella di andarsene e rifarsi una vita finalmente da soli, non c’è risoluzione.
Le cose non cambiano solo perché le desideriamo, per ottenerle dobbiamo affrontarle e patire il dolore di una decisione forzata, di una scelta non voluta ma imposta dalla sopravvivenza.
Un passo che sembra una montagna ma solo quando non lo si affronta veramente, perché quella montagna giorno dopo giorno diventa un giardino dove ritrovare la serenità che non si è mai avuta.
Kathya Bonatti, psicologa svizzera che studia da anni il fenomeno sostiene che “I genitori nell’immaginario rappresentano un concetto ideale pieno di significati ‘nutrienti’, fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza, amore incondizionato” – sottolinea l’esperta, autrice di ‘Madri e Padri Manipolatori’ (Olosecos Edizioni, distribuito da Mondadori)
Ma la realtà può essere molto diversa, anzi troppo spesso lo è ed è molto distante dall0ideale idilliaco e fantastico che ogni figlio sogna quando pensa ad una famiglia e al rapporto genitoriale.
E i primi a nascondersela sono proprio i bambini: vogliono sentirsi amati e sono i primi a dirsi che quello che succede è per il loro bene.
Ma se la mente è bugiarda, il corpo non mente e reagisce somatizzando la sofferenza.
Anni di ansia, frustrazione, abusi e paura si traducono in disturbi d’ansia, fobie, e malattie psicosomatiche.
Bonatti ha ‘censito’ 18 tipi di genitori manipolatori: fusionali (“per i quali i figli sono un loro prolungamento e non possono fare la propria vita”), ma anche bugiardi, infantili (“scimmiottano gli adulti ma sono solo bambini mai cresciuti”), invasivi, fagocitanti, invidiosi, etichettanti (“il figlio è grasso o troppo magro, brutto, incapace”), anaffettivi, rifiutanti, quando non molestatori, crudeli, sadici, masochisti, violenti, seduttivi, abusanti, patologici.
Capitolo a parte per i ‘genitori tigre’: “Spacciano per il bene dei figli una fame di riscatto personale che diventa ossessione: la passione e il talento dei bambini non sono coltivati ma imposti e i figli vivono come ‘in prigione’.
Le sofferenze interiori delle vittime di genitori manipolatori si protraggono spesso per anni, perché non è agevole risalire alle cause del disagio profondo e attribuire il nome esatto ai responsabili che avveleno la vita di chi gli gravita intorno.
Ma gli abusi lasciano tracce evidenti: le vittime si riconoscono da adulte anche per il tipo di voce, la postura, addirittura il modo di pettinarsi e di vestirsi“.
Il conflitto fra il bisogno di essere amati e la cruda realtà crea nei figli una frammentazione della personalità con gravissimi effetti collaterali, quali la mancanza di valore e di stima per se stessi, all’origine di un atteggiamento ‘mendicante’ nelle relazioni sentimentali e sociali“.
C’è poi il pericolo che deriva dal giustificare comunque le persone amate, una trappola “”. tossica e dannosa, poiché allontana dal reale malessere vissuto, dalle cause che lo hanno determinato e dunque dalla guarigione”.
I genitori sono la fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza e amore incondizionato che agiscono per il bene dei figli e favoriscono la loro crescita, soddisfano i loro bisogni e  favoriscono l’acquisizione dell’autonomia.
Questo in una famiglia normale.
I genitori affetti da problemi psicologici, da nodi esistenziali irrisolti, da dipendenze e da patologie psichiatriche, situazione molto diffusa più di quanto si possa immaginare, manifestano ogni giorno nella relazione con i figli il loro disagio  sotto forma della manipolazione affettiva.
Essere genitori non implica avere la capacità di amare consapevolmente i propri figli, un genitore e’ colui che genera i figli fisicamente o li adotta ma sono solo le singole persone che attribuiscono un significato autentico  a questo ruolo.
Coloro che pur essendo genitori, vivono nella relazione con i figli le loro ferite infantili, si caratterizzano per un alto grado di immaturità che può diventare anche crudeltà e che crea un clima emotivamente tossico nella famiglia.
La profonda confusione tra i bisogni dei figli e i bisogni infantili dei genitori che si comportano ancora come bambini con la loro prole, é alla base del processo di manipolazione affettiva che si innesta sul bisogno di accudimento che ogni bambino ha.
Un bambino ha bisogno della presenza e dell’assistenza di almeno un adulto per fare fronte ai propri bisogni, il genitore in quanto adulto deve adeguarsi alle esigenze dei figli e non viceversa.
I bambini hanno bisogno di sentirsi amati, l’amore deve essere manifestato in modo chiaro, non ambiguo, con parole e gesti coerenti tra loro, hanno bisogno di una guida e di protezione, di genitori che mantengono le promesse e danno la possibilità ai figli di esprimere i loro sentimenti negativi e positivi.
Il sentimento più importante che un bambino può e deve provare é la fiducia in se stesso che affonda le sue basi nell’amore, nell’approvazione dei genitori, nella percezione del proprio corpo e nell’accettazione di sé.
I figli che non si sentono amati, finché non capiscono le reali dinamiche diventando adulti, non attribuiscono la mancanza di amore ai genitori ma a se stessi, si sentono in colpa di avere fatto qualcosa che ha portato il genitore ad allontanarsi da loro e si sentiranno inadeguati e non amati.
Pur di ricevere amore un bambino arriva a negare le proprie emozioni, ad adeguarsi a tutti i tipi di richieste dei genitori, riducendosi a mendicare l’amore.
Secondo la psicologa Kathya Bonatti, i bambini non amati cercano in ogni modo di rendere felici i genitori, adeguandosi alle loro richieste e modificando il proprio sentire nella speranza di essere riconosciuti.
In questo caso si parla di “bambini ammaestrati” che secondo la Bonatti rimangono legati ai genitori solo compiacendoli ed illudendosi attraverso la dipendenza di essere amati.
Questi bambini domani saranno adulti che mendicheranno amore e cercheranno l’appagamento emotivo all’esterno, si aspetteranno che i loro bisogni vengano soddisfatti da un’altra persona, nell’attesa di essere continuamente nutriti.
La psicologa Kathya Bonatti distingue due tipi di cause  all’origine  delle ferite emotive di un bambino:

  1. Cause omissive: si intendono mancanze, assenze, carenza di attenzioni riscontrabili sin dalla nascita, mancanza di cure igieniche che comportano sofferenze e ferite nei bambini. Tra queste cause si annovera anche l’assenza di contatto, calore, carezze, scarso o nessun ascolto, prestare poca attenzione, non sostenerli nelle loro scelte e non sottolineare il loro valore. Tutto questo crea dei veri “buchi emotivi” che vanno a minare l’autostima del figlio.
  2. Cause commissive: sono comportamenti di natura violenta sia fisica che psichica messi in atto volontariamente. Le violenze psicologiche sono quelle che vengono attuate senza forza fisica ma il cui effetto e’ altrettanto devastante, sono esercitate attraverso la comunicazione verbale e non verbale, punizioni, denigrando i figli con il sarcasmo, l’ironia, sminuendo i loro obiettivi e sforzi, facendo paragoni, riversando su loro la propria insoddisfazione e rabbia.

Tra le cause commissive sono annoverate altri tipi di violenza tra cui le violenze energetiche,quando i bambini non subiscono ne violenza fisica ne psicologica diretta ma vivono in una condizione di terrore costante, minacciati da eventi imprevedibili come quando hanno genitori alcolisti.
Sia le cause omissive che quelle commissive sono all’origine della manipolazione affettive e mentali.
Le manipolazioni affettive e mentali sono un tipo di interazioni che hanno lo scopo di influenzare gli altri senza che questi se ne rendano conto. Sono attuate  tramite le parole, i comportamenti e gli atteggiamenti, i pensieri e le discussioni (K. Bonatti).
Nello specifico della relazione genitori-figli la manipolazione e’ molto facile da mettere in atto perché i bambini sono dipendenti fisicamente ed emotivamente dai genitori ed assorbono tutte le informazioni che provengono da loro senza metterle in discussione ma le considerano una inconfutabile verità  anche se contraddetta dai fatti.
Si possono annoverare quattro tipologie di manipolazione:

  1. Manipolazione omissiva: si attualizza attraverso comportamenti omissivi perpetrati dal padre o dalla madre o da entrambi con azioni come il “non dire”o il “non fare” attraverso le quali i genitori conseguono i loro obiettivi svalutativi nei confronti dei figli. (Es. non coccolare, non ascoltare i figli, interromperli quando parlano, non prendersi cura di se stessi, facendo arrivare ai figli il messaggio che essi non sono così importanti).
  1. Manipolazione commissiva: i genitori mettono in atto tale manipolazione per ottenere un loro tornaconto personale di tipo psicologico, sociale, economico. (I genitori che spingono i figli a sposarsi per avere nipoti, li usano come mezzo per dare un senso alla loro vita a prescindere dai desideri dei figli. I genitori che inviano messaggi ambigui e ambivalenti ai figli chiedendo due cose opposte, distruggono l’autostima dei figli che si sentono incapaci di raggiungere due obiettivi in antitesi. I genitori che creano rivalità tra i figli, che impediscono il raggiungimento dell’autonomia economica ed affettiva, che criticano le loro scelte del partner).
  2. La manipolazione raffinata: questo tipo di manipolazione e’ preceduta da un atteggiamento di generosità’ e di attenzione per i figli per cui e’ difficile da riconoscere. (Es. quando i genitori hanno garantito il benessere ai loro figli pretendono poi che questi li ripaghino soddisfacendo i loro bisogni, confidare ad uno dei figli di essere il preferito il quale poi si sente di non avere il diritto di chiedere altro, oppure lodare un comportamento dei figli che va ad esclusivo vantaggio dei genitori come usare i figli come parafulmine per i problemi coniugali, piuttosto che richiedere comprensione dei figli quando questi svolgono professioni di tipo medico, legale, ecc).
  3. Il vittimismo: e’ il tipo di manipolazione grazie a cui i manipolatori si auto vittimizzano per raggiungere i loro scopi. ( Es. quando un genitore trascura la propria salute per lamentarsi ed attirare l’attenzione del figlio, chiedere sempre aiuto per cose che potrebbero fare da soli). Il vittimismo permette di controllare i figli senza chiedere loro nulla in modo adulto, diretto, non assumendosi la responsabilità delle loro richieste.
  4. Il senso di colpa: e’ il modo principale per controllare i figli e mantenere il potere su di loro facendoli sentire in colpa per qualunque motivo, l’obiettivo ultimo e’ far si che loro non sentano mai i loro bisogni ma siano sempre sintonizzati su quelli dei genitori.
  5. Ricatti affettivi: tipico esempio di questo tipo di manipolazione e’ la frase: ”se non fai questo mamma o papà non ti vuole più bene”. In questo tipo di manipolazione il genitore si dipinge come un martire e il figlio deve salvarlo in ogni modo per non farlo stare male, compiacendolo completamente e negando i propri bisogni e desideri. I genitori che adottano questo tipo di manipolazione presentano ai figli il conto di quanto hanno dato loro, per cui i figli sentono che non hanno ricevuto dai genitori in modo incondizionato e si adeguano alla richiesta di restituire quello che hanno ricevuto. (Es. la madre non ha abortito per cui il figlio deve essere grato; la madre si e’ sacrificata per cui i figli devono starle vicino; il padre e’ infelice per cui i figli devono rendergli la vita più’ vivibile).

Quando la manipolazione e’ attuata con un figlio piccolo, questi non sapendo cosa significhi “essere cattivo” ma lo apprende in base al significato che i genitori attribuiscono a questa affermazione,  congela le proprie emozioni e  si adegua completamente al volere genitoriale per non perdere l’oggetto d’amore.
Quando la manipolazione avviene con i figli adulti, questi a causa del ricatto emotivo, non riescono ad esprimere la rabbia  verso i genitori per paura di far loro del male.
Tali dinamiche rimangono sempre uguali anche quando i figli diventano adulti, perché la paura della perdita ha congelato le emozioni al periodo in cui sono avvenute le manipolazioni, per cui le reazioni che gli adulti mettono in atto sono le stesse che adottavano quando erano piccoli.
In qualunque di queste situazioni mai rimanere nell’immobilità fisica e mentale, occorre reagire, ribellarsi, chiedere aiuto, andarsene, cercare di rifarsi una nuova vita, perché essere sereni, felici appagati non è solo possibile ma è anche un diritto sacrosanto di tutti.
FONTE


Bugiardi, etichettanti, infantili, fagocitanti, ma anche invidiosi, seduttivi e ‘tigri’.

Sono tanti gli identikit dei genitori manipolatori, orchi spesso travestiti da fate turchine e principi azzurri, “madri e padri che prendono ai figli, invece di dare, e usano la prole per il proprio vantaggio e soddisfazione, quando non per sfogare rabbia, frustrazione e sadismo.
Si tratta di un universo in ombra: le storie che ho ascoltato mi hanno portato a credere che la famiglia sia la setta segreta più diffusa al mondo e che ‘onora il padre e la madre’ è il tabù più grande.
Nessuno ammette volentieri di aver avuto un genitore manipolatore.
La consapevolezza, però, è la prima arma per salvarsi, curare le proprie ferite e vivere la propria vita”.
Parola di Kathya Bonatti, psicologa svizzera che studia da anni il fenomeno e ‘disegna’ per l’Adnkronos Salute l’identikit di questo tipo di madri e padri. “I genitori nell’immaginario rappresentano un concetto ideale pieno di significati ‘nutrienti’, fonte di protezione, rassicurazione, accoglienza, amore incondizionato – sottolinea l’esperta, autrice di ‘Madri e Padri Manipolatori’ (Olosecos Edizioni, distribuito da Mondadori) – Ma la realtà può essere molto diversa.
E i primi a nascondersela sono proprio i bambini: vogliono sentirsi amati e sono i primi a dirsi che quello che succede è per il loro bene.
Ma se la mente è bugiarda, il corpo non mente.
Anni di ansia, frustrazione, abusi e paura si traducono in disturbi d’ansia, fobie, e malattie psicosomatiche”.
Bonatti ha ‘censito’ 18 tipi di genitori manipolatori: fusionali (“per i quali i figli sono un loro prolungamento e non possono fare la propria vita”), ma anche bugiardi, infantili (“scimmiottano gli adulti ma sono solo bambini mai cresciuti”), invasivi, fagocitanti, invidiosi, etichettanti (“il figlio è grasso o troppo magro, brutto, incapace”), anaffettivi, rifiutanti, quando non molestatori, crudeli, sadici, masochisti, violenti, seduttivi, abusanti, patologici. Capitolo a parte per i ‘genitori tigre’: “Spacciano per il bene dei figli una fame di riscatto personale che diventa ossessione: la passione e il talento dei bambini non sono coltivati ma imposti e i figli vivono come ‘in prigione’.
Le sofferenze interiori delle vittime di genitori manipolatori si protraggono spesso per anni, perché non è agevole risalire alle cause del disagio profondo e attribuire il nome esatto ai responsabili che avveleno la vita di chi gli gravita intorno.
Ma gli abusi lasciano tracce evidenti: le vittime si riconoscono da adulte anche per il tipo di voce, la postura, addirittura il modo di pettinarsi e di vestirsi”.
“Il conflitto fra il bisogno di essere amati e la cruda realtà crea nei figli una frammentazione della personalità con gravissimi effetti collaterali, quali la mancanza di valore e di stima per se stessi, all’origine di un atteggiamento ‘mendicante’ nelle relazioni sentimentali e sociali”.
C’è poi il pericolo che deriva dal giustificare comunque le persone amate.
Una trappola “tossica e dannosa, poiché allontana dal reale malessere vissuto, dalle cause che lo hanno determinato e dunque dalla guarigione”.
Ma come salvarsi da genitori manipolatori? “Onora te stesso è il comandamento da seguire – assicura la psicoterapeuta – un principio basilare che conduce al rispetto, al benessere, alla serenità, all’amore per se stessi e anche verso gli altri, perché quando le persone sono felici – spiega l’esperta – straripano di gioia e di energia da poter condividere.
I rimedi teorici e pratici proposti nel libro sono diversificati a seconda del livello di mistificazione subita, e attengono alla sfera individuale affettiva e intellettiva, perché sovente le manipolazioni dei genitori rendono i figli dei ‘disabili emotivi’, vittime di ‘amnesie autoindotte’.
Riuscire a decodificare il vissuto doloroso, attribuire il nome ai ‘crimini e ai criminali familiari’, responsabili dei maltrattamenti fisici, psichici e morali, permette ai figli-vittime di salvarsi”.
Fra i manipolatori, però, ci sono anche madri e padri inconsapevoli dei danni che stanno provocando ai figli.
“Molti negano, altri si limitano a scusarsi, ma la chiave sta nella consapevolezza e nel desiderio di cambiare.
Ebbene, in questo caso il primo aiuto per i genitori arriva proprio dai figli, cui bisogna chiedere scusa, ma anche indicazioni su come rimediare, come fare per dimostrare il proprio amore.
Ecco perchè ho individuato 8 domande chiave, da rivolgere ai figli per cambiare davvero le cose.
I genitori perfetti non esistono: ma è fondamentale riconoscere l’errore – conclude – e interrogarsi per cercare di rimediare”.
FONTE (Adnkronos Salute)